mercoledì 15 marzo 2017

"Esisto in quanto informo"

PRIMO CICLO:
L'impatto dell'informatica nella città e nella ricerca architettonica contemporanea | Il World Wide Web

10 marzo 2017_Terza Lezione: 
"Comunicazione marsupiale"
“La liberazione della forma”, capitolo del libro ‘Architettura e modernità’ del professore Saggio, è stato uno stimolante spunto di riflessione in merito all’evoluzione dell’impiego del calcestruzzo armato negli anni che seguirono il secondo dopoguerra. È interessante notare quanto i progressi della tecnica e la nuova concezione di un’architettura plastica, che libera la forma dalla funzione, viaggino di pari passo rendendo incomprensibile quali siano le dinamiche di dipendenza tra i due fattori. È la tecnica che mostra per la prima volta la possibilità di un superamento delle convinzioni precedenti o è la necessità di superare quest’ultime che ci porta alle sperimentazioni di nuove tecniche è tecnologie? Qual è la crisi principale e scatenante del processo?
Nel 1956 Jorn Utzon ha il coraggio di partecipare al concorso per la creazione dell’Opera House di Sidney proponendo un edificio che fosse un evento comunicativo, un simbolo. Quella che lui propone è un’architettura ipersogettiva, che rifiuta il concetto di standardizzazione che aveva caratterizzato l’epoca fortemente industriale del primo novecento, radicata al contesto e piena di rimandi retorici e simbolici. Utzon fa con la sua architettura quello che i poeti fanno con la poesia, crea immagini visive e suggestioni che emozionano e dalla immensa forza evocativa.
L’apertura della società, l’affermarsi di nuovi paesi in tutto il mondo; la forte influenza della cultura nordica che vede nel monumento la celebrazione tra uomo e natura e dunque una linfa vitale; l’interesse per l’uomo e le sue manifestazioni sociali; la forte convinzione di dover sostituire a un mondo delle certezze ideologiche un metodo sperimentale e una ricerca eterogenea di suggestioni; fanno si che Utzon sia in grado di concepire un edificio dal forte valore simbolico e che libera finalmente la forma dalla funzione dando il via a un nuovo filone dell’Architettura.
Il prodotto dell’architettura smette di essere un oggetto della catena di montaggio industriale. Non è più individuabile un modello funzionale e tipologico di edificio, si fa strada l’idea che “per ogni oggetto un’idea” come affermava Eero Saarinen. L’edificio non è più un oggetto che deve essere funzionale e immediato, facilmente fruibile e utilizzabile dall’uomo, uno strumento al suo servizio. L’architettura crea spazi, l’architettura attua la sua esistenza solo nel rapporto spirituale con l’uomo che la fruisce. I parallelismi tra poesia e architettura si fanno forti. Un luogo è un’immagine figurativa che viene di volta in volta interpretata dall’individuo che la fruisce. Questo fa del luogo un luogo ipersoggetivo che perde i suoi caratteri oggettivi e che si trasforma ogni volta. Come affermava Zevi nel suo -Saper Vedere l’architettura-, “ […] il carattere precipuo dell’architettura- il carattere per cui essa si distingue dalle altre attività artistiche- sta nel suo agire con un vocabolario tridimensionale che include l’uomo. […]”. Lo spazio quale essenza dell’architettura è la chiave di ingresso per la comprensione dell’edificio.
L’ipersoggetività dell’architettura della terza ondata rimette se stessa all’interpretazione dell’individuo che deve interpretarne gli artifici retorici e che non è sempre in grado di coglierne il significato.






Bibliografia:
·        “La liberazione della forma” da Architettura e modernità. Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica di Antonino Saggio – Carrocci editore 2010
·        “Il mondo decostruito” da Architettura e modernità. Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica di Antonino Saggio – Carrocci editore 2010
·        “Lo spazio protagonista dell’architettura” da Saper Vedere l’architettura di Bruno Zevi
·        I Canti di Giacomo Leopardi
Sitografia:
·        “La via dei simboli” di Antonino Saggio dalla rubrica Coffee break
·       Trip Advisor

Test 1


Scegli la risposta corretta tra le opzioni fornite.

1.          Chi ha teorizzato la “teoria del paradigma”, per descrivere un cambiamento nelle assunzioni basilari all'interno di una teoria scientifica dominante?

a)          Alvin Toffler
b)          Thomas Khun
c)           Antonino Saggio
d)          Bruno Zevi


2.          Come viene definita l’informazione nel libro “introduzione alla rivoluzione informatica in architettura” di Antonino Saggio?

a)          L’informazione è l’applicazione di una convenzione ad un dato.
b)          L’informazione è il mino elemento di modifica di una situazione precedente.
c)           L’informazione è un elemento di conoscenza recato con u messaggio che ne è il supporto e di cui essa costituisce il significato
d)          L’informazione sono i dati e i fatti raccolti in merito ad una particolare materia.


3.          In che modo gli utenti pagano gli innumerevoli servizi che Google offre?

a)          I servizi di Google sono tutti totalmente gratuiti.
b)          Alcuni servizi sono gratuiti, gli altri vengono addebitati sulla carta di credito.
c)           Con le informazioni di registrazione agli stessi.
d)          I costi vengono addebitati sulla bolletta telefonica.


4.          Perché Toffler fa coincidere l’inizio della Terza Ondata con il 1956?

a)          Perché Eisenhower autorizza come motto nazionale degli Stati Uniti: "In God We Trust".
b)          Perché in quell’anno negli Usa gli addetti al settore terziario hanno superato la somma degli addetti negli altri due settori.
c)           Perché Sergey Brin e Larry Page fondano Google.
d)          Perché Jorn Utzon partecipa al concorso per l'Opera House di Sidney con un progetto dalla forte valenza simbolica e comunicativa.

5.          Qual è la crisi che deve affrontare il protagonista del film “The Artist” George Valentin, che cambierà la sua carriera?

a)          La morte della moglie.
b)          La Grande Depressione.
c)           L’avvento del sonoro nel cinema.

d)          L’ostruzionismo di una giovane donna in ascesa.

mercoledì 8 marzo 2017

Informazione o disinformazione?

PRIMO CICLO:
L'impatto dell'informatica nella città e nella ricerca architettonica contemporanea | Il World Wide Web
"Una definzione di Informazione"



3 marzo 2017_Prima Lezione: 
Nel libro “Introduzione alla rivoluzione informatica in architettura” il professore Antonino Saggio teorizza una definizione di informazione particolarmente interessante e che sicuramente ci pone in un’ottica inusuale rispetto a tale concetto. La presentazione che ce ne ha fatto a lezione segue uno schema ben preciso che porta gli ascoltatori, attraverso una simpatica serie di esperimenti e di discussione, ad entrare in contatto con questo nuovo modo di definire l’informazione.
Il processo passa per una serie di assunti che partendo dal concetto di dato arrivano a definire il concetto di modello, passando per quelli di informazione e informatica. Gli assunti sono così sintetizzati dal professore:
1.          Il dato è il minimo elemento di modifica di una situazione precedente;
2.          I dati sono soggetti a molteplici convenzioni;
3.       Informazione è l’applicazione di una convenzione ad un dato;
4.          In informatica non esistono dati, ma sempre e solo informazioni;
5.          Se in informatica non esistono dati, ma solo informazioni, allora in informatica è tutto informazione.
6.          Il prendere forma dell’informazione dell’informazione si definisce modellazione e si esplica nella creazione di modelli.
Alla luce di quanto detto mi è sorta spontanea la domanda: cosa succede quando si applica una convenzione sbagliata ad un dato?
La rivoluzione dell’informazione ha stravolto le nostre vite rendendo costantemente i dati accessibili a tutti. L’informazione permea ogni aspetto della nostra vita. La possibilità di poter accedere in qualsiasi momento, in qualsiasi posto e con un numero così vasto di mezzi alle informazioni permette a tutti di entrare in contatto con qualsiasi informazione.
Ripensando alla definizione del professore Saggio mi chiedo se sono davvero informazioni quelle con cui veniamo continuamente a contatto ogni giorno. Sono informazioni o una serie di dati a cui applichiamo convenzioni sbagliate, che non padroneggiamo, che non coincidono con le stesse applicate da chi mette in rete il dato e che finiscono per dare vita ad un’informazione distorta? Come si stabilisce la veridicità dell’informazione se ad un determinato dato posso applicare una serie infinita di convenzioni? Come possiamo districarci in questo infinito sistema di convenzioni? Ne abbiamo gli strumenti?
È l’informatica la nostra unica certezza essendo in questa tutto informazione?

Una ricerca di Walter Quattrociocchi, dell'Istituto Imt Alti Studi di Lucca, pubblicata dalla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, ha messo in risalto quanto l’affermarsi dei social media abbia influenzato il modo di informarsi delle persone. Condotta su 376 milioni di utenti Facebook e 900 notizie pubblicate online tra il 2010 e il 2015 ha messo in risalto, come sottolinea Quattrociocchi, che "Se un tempo i giornali offrivano la possibilità di formarsi delle opinioni sulla base della selezione di argomenti di interesse selezionati dalle redazioni, l'offerta di notizie è talmente vasta che ognuno trova in rete quello che vuole e quando l'ha trovato si ferma lì". Quello che evidenzia la ricerca, come altre condotte nel settore, è che  "Si è creata una polarizzazione,che vede contrapporsi gruppi dalle idee molto radicalizzate, non importa più se una notizia sia vera o falsa, quello che conta è che confermi il proprio punto di vista : il vero problema è la polarizzazione ed è questo questo fenomeno a generare le fake news". Questo fenomeno è, inoltre, fortemente influenzato dalla bolla di filtraggio creata dagli algoritmi, che registrano il nostro comportamento online e tendono a proporci contenuti conformi ai nostri gusti.

Artificial Intelligence

Sono anni produttivi questi per l’avanzamento nel campo dell’intelligenza artificiale. È di questi giorni la notizia di nuovi traguardi raggiunti da un gruppo di ricercatori, delle università di Alberta e di due università della Repubblica Ceca, coordinati da Michael Bowling che hanno sviluppato il programma DeepStack in grado di battere l’uomo nel Texas Hold’em.
L’importanza di questo traguardo sta nel fatto che il programma per la prima volta ha mostrato di saper usare “l’intuizione” per riconsiderare la propria strategia.
Lo scorso dicembre DeepStack ha sconfitto 10 professionisti su 11 dopo 3 000 partite. A differenza degli altri giochi in cui in precedenza erano stati raggiunti risultati simili questo è un gioco ad informazioni “imperfette” nel quale i giocatori non dispongono delle medesime informazioni e non hanno la stessa prospettiva di gioco, questo li porta a dover prendere decisioni mossi da ragionamento e intuizione.
 'Insegniamo al sistema a imparare a valutare le situazioni - spiega Bowling - Ogni situazione è una mini-partita di poker. Invece di risolvere la partita intera, il programma risolve milioni di queste micro-partite, ognuna delle quali lo aiuta a rifinire la sua intuizione su come funziona il poker'.